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liberismo economico, teoria economica liberista

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iangida
view post Posted on 17/1/2010, 09:39




argomento: liberismo, liberalismo economico, teoria economica liberista, economia politica, Adam Smith, David Ricardo, domanda offerta, free trade, free mark, valore, lavoro, divisione del lavoro, Ricchezza delle nazioni, mercato, prezzo, mano invisibile, capitale, profitto, Robert Malthus, Saggio sul principio di popolazione, David Ricardo


Economia politica e società industriale:
1. i fondamenti dell’economia politica: nel XVIII secolo l’esame dei fenomeni economici diviene disciplina autonoma a partire dall’opera di Adam Smith, 1776, “Ricchezza delle nazioni”.
1.1. Il progetto complessivo di Smith: costruzione scienza sociale unitaria riferita a dimensione morale, economica e giuridica, teoria complessiva società.
1.1.1. Teoria etica: rapporto tra benevolenza (self-interest) e altruismo (benevolence), integrazione di tali caratteri della natura umana:
- esistenza armonia naturale;
- socievolezza umana.

2. Il programma smithiano in economia: in cosa consiste, come si forma e si accresce la ricchezza delle nazioni: la ricchezza è il prodotto netto: parte del prodotto che eccede il capitale necessario alla riproduzione dei mezzi impiegati nella produzione, ricchezza si forma nella produzione, non nello scambio.
2.1. capitale e lavoro: Smith ha di fronte la produzione manifatturiera e il rapporto capitale e lavoro, va oltre la tesi dei fisiocratici della formazione del prodotto netto esclusivamente nella produzione agricola: fonte della ricchezza è il lavoro.
2.2. Cosa rende possibile produrre la ricchezza netta nel lavoro? la divisione del lavoro: la specializzazione e distribuzione nella società delle varie funzioni che diminuisce i tempi della produzione, ne riduce i costi e ne aumenta la produttività.
2.2.1. capitale riunisce in unico luogo i lavoratori;
2.2.2. applica al lavoro le macchine;
2.2.3. aumenta la divisione del lavoro e la produttività.
2.3. La teoria del valore - lavoro: determinazione del valore della merce: distinzione tra valore d’uso di un bene (utilità per chi lo usa) e valore di scambio (facoltà derivante dal possesso del bene di acquistare con esso alte merci).
2.3.1. Come si determina il valore di scambio? Qual è l’unità di misura comune a tutte le merci e produzioni? Il valore di una merce è uguale alla quantità di lavoro che con essa si è in grado di acquistare , una merce vale il lavoro che può acquistare.
2.3.2. Società precapitalistiche: produttore e proprietario dei mezzi di produzione coincidono, in questo caso il lavoro incorporato nel bene e il lavoro che il bene è in grado di acuistare, coincidono;
2.3.3. società capitalista: in questo caso il valore si divide in due parti:
- la prima paga il salario dell’operaio;
- la seconda remunera il capitalista e la proprietà terriera: profitto e rendita; il lavoro che una merce è in grado di acquistare è superiore a quello in essa incorporato ed è dato dalla somma di salario, profitto e rendita.

3. Il mercato e la libera iniziativa: ottimismo di fondo di Smith basato sull’esistenza di leggi naturali che agiscono come una mano invisibile nel produrre una convergenza tra interesse individuale-egoistico e collettivo garantendo un equilibrio tra domanda e offerta attraverso il meccanismo della concorrenza.
3.1. le condizioni generali di benessere della società tendono ad aumentare anche nel caso dei lavoratori a condizione che:
- si realizzi l’accumulazione del capitale: aumenti la parte di profitto destinata all’investimento da parte del capitalista;
- si lasci assoluta libertà all’attività economica dei singoli individui senza alcun intervento da parte dello stato.

4. L’economia politica di fronte ai problemi della società industriale: il quadro ottimistico smithiano vedeva come una tendenza naturale la coincidenza tra interesse singolo e collettivo e tra sviluppo economico e felicità sociale.
4.1. Premessa: di fronte all’impoverimento, ai conflitti sociali, alle crisi economiche che si manifestano tra XVIII e XIX secolo si infrange il quadro ottimistico e si cerca di comprendere il passaggio alla società industriale, i problemi che esso comporta e gli interventi necessari a superarli.
4.2. Robert Malthus: polemica ottimismo illuministico e comunistico e visioni utopiche futuro umano. “Saggio sul principio di popolazione”, 1796.
4.3. Tesi principale: divario crescente tra popolazione e risorse che produce un progressivo impoverimento dovuto al fatto che la popolazione cresce in progressione geometrica mentre le risorse crescono in progressione aritmetica. Tale squilibrio può essere corretto o attraverso freni repressivi che aumentano la mortalità (carestie, epidemie, guerre) o attraverso freni preventivi che limitano la natalità (miseria, vizio).
4.3.1. Conseguenza legge di Malthus è che lo sviluppo non è illimitato ma limitato dalla scarsità delle risorse e si produce un abbassamento del saggio del salario e del profitto.
4.3.2. Rimedi: politica conservatrice tesa a naturalizzare le diseguaglianze sociali:
- morale: castità;
- politico: scoraggiare matrimoni e riproduzione tra poveri e eliminare l’assistenza sociale delle classe più diasagiate.

5. David Ricardo: 1817, “Principi dell’economia politica e delle imposte”: sintesi teorica dell’economia politica classica e bilancio sul dibattito intorno all’affermazione della società industriale. Obiettivo: distribuzione della ricchezza.
5.1 La distribuzione della ricchezza: prodotto sociale diviso in salari profitti e rendite che corrispondono a tre classi sociali: lavoratori capitalisti e proprietari fondiari.
5.2. Problema fondamentale: determinazione leggi distribuzione prodotto, in particolare determinazione leggi che regolano il saggio di profitto che è centrale in una società industriale rispetto al saggio di rendita.
5.3. Le classi sociali: la distribuzione della ricchezza pone in gioco gli interessi conflittuali delle diverse classi sociali, in particolare quelli che oppongono salariati e imprenditori e imprenditori e proprietari terrieri.
 
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