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il suicidio di Esenin e le confessioni di un malandrino

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iangida
view post Posted on 29/4/2009, 18:30




Argomento: Esenin la su apoesia e il suo suicidio presunto, Branduardi confessioni di un malandrino, testo, video e la storia di Esenin

FONTI:
Massimo Rossi: http://www.massimo-rossi.com/esenin2.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Sergej_Aleksa...vi%C4%8D_Esenin


Una delle più belle poesie mai scritte, di Esenin, musicata nel 1972 da Brabuardi



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Sergej Esenin



Sergej Aleksandrovič Esenin, in russo, Сергей Александрович Есенин, (1895 – San Pietroburgo, 28 dicembre 1925), poeta russo. Bellissimo, ribelle, amante dell'alcol e della vita, visse nel periodo della rivoluzione che presto lo deluse. La sua vita fu molto disordinata e notevolmente "sregolata", divenne un mito, un eroe maledetto già da vivo, ma ancora più dopo la sua morte per suicidio all'età di 30 anni. Bellissimo, bisessuale, ebbe molti amanti sia upmini che donne, fu marito di Isadora Duncan la celebre ballerina americana, erano una delle coppie più famose del tempo, si separarono dopo pochi anni, nel 1923.
il suicidio: il 28 dicembre 1925, a san Pietroburgo, presso l'Hotel Angleterre, nella stanza numero 5, fu ritrovato il cadavere di Sergej, appeso a un tubo, impiccato. Il giorno prima aveva consegnato una poesia scritta col suo sangue all'amico Erlich.

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la poesia scritta da Esenin il giorno prima del suicidio, ecco il testo:
« Arrivederci, amico mio, arrivederci.
Mio caro, sei nel mio cuore.
Questa partenza predestinata
Promette che ci incontreremo ancora.
Arrivederci, amico mio, senza mano, senza parola
Nessun dolore e nessuna tristezza dei sopraccigli.
In questa vita, morire non è una novità,
ma, di certo, non lo è nemmeno vivere. »



Qualche giorno dopo il poeta Majakovskij risponde alla poesia del suicidio di esenin con un'altra poesia in cui invita a lottare e impegnarsi nella vita, in questa vita. Nel 1930 anche lui si suiciderà o, forse, verrà suicidato .... ma questa è un'latra storia ....
Anche la morte di Esenin lascia molti dubbi, un'altra storia può essere raccontata, osservando il suo cadevere, le incongruenze della versione ufficiale del suicidio, c'è chi ritiene quella di Esenin un'esecuzione del servizio segreto sovietico di allora la GPU.
La mano di Esenin era inposizione innaturale, come avesse cercato di sollevarsi per non morire strozzato; il laccio interno al collo non era stretto, come risulta dal verbale della polizia, l'autopsia rivelerà che la spina dorsale era spezzata. Forse fu ucciso ... chi volesse saperne di più sul suicidio omocidio di Esenin può leggersi questa ricostruzione storica molto particolareggiata http://www.massimo-rossi.com/esenin2.htm


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il cadavere di Esenin fotografato poche ore dopo la morte






Versione della canzone di Branduardi incisa nel 1972. Immagini tratte dal colossal "Esenin" girato nel 2005 per la TV russa.
tratto dal canale Toutube di mikimeta https://www.youtube.com/user/mikimeta

Branduardi: testo: confessioni di un malandrino da una poesia di Esenin

Mi piace spettinato camminare
il capo sulle spalle come un lume
e mi diverto a rischiarare
il vostro autunno senza piume.
Mi piace che mi grandini sul viso
la fitta sassaiola dell'ingiuria,
mi agguanto solo per sentirmi vivo
al guscio della mia capigliatura.
Ed in mente mi torna quello stagno
che le canne e il muschio hanno sommerso
ed i miei che non sanno di avere
un figlio che compone versi;
ma mi vogliono bene come ai campi
alla pelle ed alla pioggia di stagione,
raro sarà che chi mi offende
scampi alle punte del forcone.
Poveri genitori contadini,
certo siete invecchiati e ancor temete
il Signore del cielo e gli acquitrini,
genitori che mai non capirete
che oggi il vostro figliolo è diventato
il primo tra i poeti del Paese
e ora in scarpe verniciate
e col cilindro in testa egli cammina.
Ma sopravvive in lui la frenesia
di un vecchio mariuolo di campagna
e ad ogni insegna di macelleria
la vacca si inchina sua compagna.
E quando incontra un vetturino
gli torna in mente il suo concio natale
e vorrebbe la coda del ronzino
regger come strascico nuziale.
Voglio bene alla patria
benchè afflitta di tronchi rugginosi
m'è caro il grugno sporco dei suini
e i rospi all'ombra sospirosi.
Son malato di infanzia e di ricordi
e di freschi crepuscoli d'Aprile,
sembra quasi che l'acero si curvi
per riscaldarsi e poi dormire.
Dal nido di quell'albero, le uova
per rubare, salivo fino in cima
ma sarà la sua chioma sempre nuova
e dura la sua scorza come prima;
e tu mio caro amico vecchio cane,
fioco e cieco ti ha reso la vecchiaia
e giri a coda bassa nel cortile
ignaro delle porte dei granai.
Mi sono cari i miei furti di monello
quando rubavo in casa un po' di pane
e si mangiava come due fratelli
una briciola l'uomo ed una il cane.
Io non sono cambiato,
il cuore ed i pensieri son gli stessi,
sul tappeto magnifico dei versi
voglio dirvi qualcosa chge vi tocchi.
Buona notte alla falce della luna
sì cheta mentre l'aria si fa bruna,
dalla finestra mia voglio gridare
contro il disco della luna.
La notte e` così tersa,
qui forse anche morire non fa male,
che importa se il mio spirito è perverso
e dal mio dorso penzola un fanale.
O Pegaso decrepito e bonario,
il tuo galoppo è ora senza scopo,
giunsi come un maestro solitario
e non canto e celebro che i topi.
Dalla mia testa come uva matura
gocciola il folle vino delle chiome,
voglio essere una gialla velatura
gonfia verso un paese senza nome.
 
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