| intedi come puoi esporlo? 1. dubbio metodico: il problema di Cartesio questo: come trocvare una verità che sia assolutamente evidente e sulal quale si possa fondare il sapere nuovo che intende costruire? allora: - per trovare una verità assoluta possiamo procedere o in modo diretto, esaminando tutte le conocenze di cui disponiamo e verificando, una per una, quali di queste siano assolutamente certe. Questo procedimento viene scartato da Cartesio perchè troppo lungo (esaminare tutt le consocenze umane richiederebbe un tempo incalcolabile) - o in modo indiretto, in questo caso decidiamo di mettere in dubbio tutte le conoscenze, come fanno gli scettici (in filosofia sono coloro che ritengono impossibile per l'uomo arrivare a conoscere con certezza la verità, pertanto, secondo loro, tutte le consocenze sono relative e non vere), ma, a differenza degli scettici, facciamo queto non per dimostrare che tutte le consocenze sono false, ma per cercare di vedere se qualcuna delle nostre umane conoscenze resiste al nostro tentativo di metterla in dubbio, se una simile conoscenza esiste, sarà la conoscenza cedrta e indubitabile che cercavamo. QUINDI non di dubbio scettico si tratta ma di dubbio metodico, cioè di un uso del dubbio come metodo per trovare la verità (esattamente il contrario di quello che fanno gli scettici) a questo punto il lavoro di Cartesio è semplice: - non occorre esaminare una per una tutte le nostre consocenze, infatti sappiamo che queste derivano o dai sensi o dalla ragione sensi: basta dimostrare che la conoscenza sensibile qualche volta erra, è falsa, per mettere in dubbio tutte le conoscenze che derivano dai sensi. cartesio facilmente dimostra che è così, infatti certe cose che ci mostrano i sensi sono ingannevoli: i miraggi, il bastone immerso nell'acqua che vediamo spezzato, e potremo aggiungerne altre noi: i lfatto che non vediamo tutti icolori o che non percepiamo tutti i suoni. Inoltre nel sonno percepiamo sensazioni emozioni come fossero reali, anche se sappiamo che non lo sono, anzi, dice cartesio, dal punto di vista di ciò che percepiamo, non possiamo in alcun modo distinguere ciò che sogniamo da ciò che percepiamo quanto siamo svegli. Conclusione: se i sensi in alcuni casi ci ingannano, non possiamo escludere che ci ingannino sempre; tale conclusione sembra eccessiva, ma ricordiamo che Cartesio è alla ricerca di una verità assoluta, questo significa avere la certezza che tutto ciò che i sensi ci mostrano sia vero, non il 99% ma il 100%, ma questa certezza è impossibile e quindi tutte le conoscenze che derivano dai sensi sono da escludere
ragione: Rimangono però le verità razionali, quelle idee innate che possediamo indipendentemente dai sensi e che sono quindi vere a priori. Per esempio le verità della matematica. Anche in questo caso Cartesio cerca di metterle in dubbio per vedere se sono assolutamente certe. E' questo il dubbio iperbolico (infinito, assoluto, totale, gigantesco), così definito perchè mette in discussione quelle verità che da sempre tutti ritengono certe. Per spiegare e capire il procedimento del dubbio iperbolico occorre tenere presente quanto segue: 1. noi riteniamo vere queste verità matematiche perchè abbiamo la certezza interiore che sono tali. siamo talmente convinti che siano vere e questa nostra convinzione si fonda su una nostra fede assoluta (crediamo in tale verità) 2. ma se si riflette, è possibile avere una fede assoluta nella verità di affermazione che sono in realtò false. 3. Ecco quindi i ldubbio iperbolico, dice Cartesio: - se ci avesse creati non un dio buono e giusto, ma un essere diabolico, (un genio maligno) - se questo genio maligno avesse posto in noi la convinzione della assoluta verità di proposizioni che invece sono false (un po come quando si convince un bambino molto piccolo di una qualche assurdità, lui ci crederà se siamo abbastanza abili) - noi avremo la certezza che siano vere affermaizoni che in realtòà sono false. E' chiaro che il ragionamento di Cartesio sembra assurdo, troppo tirato per i capelli, altamente improbabile e fantasioso. Ma si deve considerare che quello che Cartesio deve dimostrare è che le verità matematiche siano assolutamente certe, assolutamente certo significa che non deve esserci nessun motivo, nemmeno il più assurdo, che possa metterle in dubbio, certamente l'argomento del genio maligno è una ipotesi altamente improbabile, ma non assurda, infatti non è logicamente contraddittoria, improbabile ma possibile quindi. Ma se è così, dobbiamo escludere dall'ambito della certezza e della verità anche tutte le veritò innate della matematica e della logica. Quindi si troviamo a dover concludere che non esiste nessuna consocenza la cui verità sia assolutamente certa. Ma proprio da qui, come è noto, deriva la certezza Dubito ergo sum proprio il fatto di dubitare di tutto mi rivela una cosa su cui non possa dubitare che esisto e sono sostanza pensante.
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