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Domande su Cartesio

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iangida
view post Posted on 8/1/2009, 21:00




Argomenti: Cartesio, Descartes, riassunto Cartesio, appunti Cartesio, filosofia, dubito, cogito, esistenza di dio, dubbio iperbolico, meccanicismo, dualismo, fisica cartesiana, mappe concettuali, schemi filosofia, razionalismo, idee, idee innate, idee fattizie, idee avventizie, discorso sul metodo, metodo, regole del metodo, morale provvisoria, FAQ Cartesio


postate qui le vostre domande su Cartesio ....

vi incorporo il testo presente su scribd delle FAQ su Cartesio di questi ultimi anni con le mie risposte

Faq Cartesio: domande e risposte comuni sulla filosofia di Cartesio


Edited by iangida - 3/1/2012, 08:25
 
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*giggia*
view post Posted on 24/1/2009, 12:15




Salve prof, mi potrebbe riassumere brevemente e con termini comprensibili le discussioni intorno al cogito di cartesio? Il libro usa paroloni incomprensibili. Il cogito è stato accusato di essere un circolo vizioso, sillogismo abbreviato e poi criticato da hobbes, quello che non capisco è come risponde cartesio.
 
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iangida
view post Posted on 24/1/2009, 14:18




chidermi un riasssunto non è una cosa che si dovrebbe fare nle forum, ma dovreste fare domande ....
dovreste anche stare un po più attenti ....
1. cogito è un'intuizione ... quindi consapevolezza imemdiata della verità di un qualcosa, ma osservano alcuni sembra un ragionamento (quindi mediato come il sillogismo di aristotele e non immediato) del tipo:
- premessa tutto ciò che pensa esiste;
- premessa: io penso
- conslusione: dunque esisto
se così fosse cartesio avrebbe torto perchè non di un'intuizione ommediata si tratterebbe ma di un ragionamento
2. altra obiezione contro Cartesio sarebbe la circolarità del ragionamento:
- giustifico la regola dell'evidenza attraverso il cogito;
- ma il cogito viene accettato come vero in base alla regola dell'evidenza
3. obiezione di Hobbes:
- va bene l'affermazione che se penso allora, necessariamente, esisto;
- ma non va bene concludere, da questa verità, che sono una sostanza pensante, infatti i lpensiero potrebbe essere anche prodotto da qualcosa che pensiero non è (il cervello). L'errore di cartesio è paragonabile a quello di chi dicesse: passeggio, dunque sono una passeggiata (penso, dunque sono una sostanza pensante)
Ora prova a capire da sola le risposte di cartesio e se non riesci prova aa chiedermi quelo che non hai capito
 
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>Layla_91<
view post Posted on 26/1/2009, 18:42




prof salve...

per quanto riguarda la prima regola di Cartesio, nel libro, dopo una spiegazione generale, si parla di dominio della contemplazione e dominio dell'azione, e fin qui ci sono...

prima però accenna al fatto che per Cartesio esistano due domini...

il primo nel quale la volontà ha l'obbligo di decidersi senza attendere all'evidenza e il secondo in cui si ha l'obbligo di non decidere finquando non è stata raggiunta l'evidenza..

questi due corrispondono ai domini della contemplazione e a quallo dell'azione?! o fanno quantomeno parte alla loro spiegazione? O.o
 
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iangida
view post Posted on 26/1/2009, 20:21




1. dominio della contemplazione e dell'azione corrisponde ai due diversi settori della filosofia: la gnoseologia, cioè la conoscenza che mira alla verità e la morale, che ha come proprio oggetto l'agire
2. la conoscenza (il dominio della contemplazione) richiede che noi arriviamo a una verità assoluta, cioè la nostra volontà non può ne deve decidere finché non si è giunti alla verità. Ma quando agiamo, non possiamo aspettare di avere raggiunto la certezza assoluta, nelle scelte che quotidianamente facciamo non esiste la possibilitòà di rimandare all'infinito la scelta finchè non si sia raggiunta la certezza, quindi, nel dominio dell'azione la volontà deve decideresi senza potersi affidare alla certezza della verità. Esempio: se devo decidere se mangiare o no un cibo, non posso aspettare anni e anni di ricerche per essere certo che quel cibo non produca qualche effetto nocivo, devo decidere subito.
Quindi, come tu dici alla fine i due domini di cui si parla all'inizio corrispondono ai domini della contemplazione e dell'azione
 
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>Layla_91<
view post Posted on 26/1/2009, 21:53




ok, grazie prof!! non avevo proprio capito dove 'sistemare' quelle due definizioni!

grazie!
 
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Marketts
view post Posted on 27/1/2009, 22:07




salve prof io non ho capito il meccanismo cartesiano da pag 177 178 completamente...se può rispiegarmelo per favore ero in montagna quando l'ha spiegato
 
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iangida
view post Posted on 27/1/2009, 22:56




forse intendi meccanicismo?
1. l'universo è composto da materia e movimento (la res extensa)
2. la materia è composta da elementi che non si muovono a caso, ma secondo leggi ben precise e deterministiche (qualsiasi movimento che avviene nell'universo è determinato in modo necessario, cioè non potrebbe avvenire in nessun altro modo)
3. quindi l'universo nel suo insieme è come una macchina (meccanicismo) il cui funzionamento è automatico e determinato da leggi ben precise e deterministiche, proprio come in un motore gli ingranaggi dno sono libersi di muoversi come vogliono ma si muovono secondo regole predeterminate
4. il movimento iniziale di questo immenso motore che è l'universo e che da inizio al suo funzionamento è dato da dio che una volta messo in moto l'universo ha cessato il suo ruolo
è chiaro che questa è una sintesi imprecisa, se vuoi spiegazioni più dettagliate fammi domande più dettagliate
cmq ben venuto nel forum :)
 
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Roxydonzel90
view post Posted on 3/5/2009, 14:10




Come posso esprimere il dubbio metodico e il dubbio iperbolico?
 
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iangida
view post Posted on 4/5/2009, 07:50




intedi come puoi esporlo?
1. dubbio metodico: il problema di Cartesio questo: come trocvare una verità che sia assolutamente evidente e sulal quale si possa fondare il sapere nuovo che intende costruire?
allora:
- per trovare una verità assoluta possiamo procedere o in modo diretto, esaminando tutte le conocenze di cui disponiamo e verificando, una per una, quali di queste siano assolutamente certe. Questo procedimento viene scartato da Cartesio perchè troppo lungo (esaminare tutt le consocenze umane richiederebbe un tempo incalcolabile)
- o in modo indiretto, in questo caso decidiamo di mettere in dubbio tutte le conoscenze, come fanno gli scettici (in filosofia sono coloro che ritengono impossibile per l'uomo arrivare a conoscere con certezza la verità, pertanto, secondo loro, tutte le consocenze sono relative e non vere), ma, a differenza degli scettici, facciamo queto non per dimostrare che tutte le consocenze sono false, ma per cercare di vedere se qualcuna delle nostre umane conoscenze resiste al nostro tentativo di metterla in dubbio, se una simile conoscenza esiste, sarà la conoscenza cedrta e indubitabile che cercavamo.
QUINDI
non di dubbio scettico si tratta ma di dubbio metodico, cioè di un uso del dubbio come metodo per trovare la verità (esattamente il contrario di quello che fanno gli scettici)
a questo punto il lavoro di Cartesio è semplice:
- non occorre esaminare una per una tutte le nostre consocenze, infatti sappiamo che queste derivano o dai sensi o dalla ragione
sensi: basta dimostrare che la conoscenza sensibile qualche volta erra, è falsa, per mettere in dubbio tutte le conoscenze che derivano dai sensi. cartesio facilmente dimostra che è così, infatti certe cose che ci mostrano i sensi sono ingannevoli: i miraggi, il bastone immerso nell'acqua che vediamo spezzato, e potremo aggiungerne altre noi: i lfatto che non vediamo tutti icolori o che non percepiamo tutti i suoni. Inoltre nel sonno percepiamo sensazioni emozioni come fossero reali, anche se sappiamo che non lo sono, anzi, dice cartesio, dal punto di vista di ciò che percepiamo, non possiamo in alcun modo distinguere ciò che sogniamo da ciò che percepiamo quanto siamo svegli. Conclusione: se i sensi in alcuni casi ci ingannano, non possiamo escludere che ci ingannino sempre; tale conclusione sembra eccessiva, ma ricordiamo che Cartesio è alla ricerca di una verità assoluta, questo significa avere la certezza che tutto ciò che i sensi ci mostrano sia vero, non il 99% ma il 100%, ma questa certezza è impossibile e quindi tutte le conoscenze che derivano dai sensi sono da escludere

ragione: Rimangono però le verità razionali, quelle idee innate che possediamo indipendentemente dai sensi e che sono quindi vere a priori. Per esempio le verità della matematica. Anche in questo caso Cartesio cerca di metterle in dubbio per vedere se sono assolutamente certe. E' questo il dubbio iperbolico (infinito, assoluto, totale, gigantesco), così definito perchè mette in discussione quelle verità che da sempre tutti ritengono certe. Per spiegare e capire il procedimento del dubbio iperbolico occorre tenere presente quanto segue:
1. noi riteniamo vere queste verità matematiche perchè abbiamo la certezza interiore che sono tali. siamo talmente convinti che siano vere e questa nostra convinzione si fonda su una nostra fede assoluta (crediamo in tale verità)
2. ma se si riflette, è possibile avere una fede assoluta nella verità di affermazione che sono in realtò false.
3. Ecco quindi i ldubbio iperbolico, dice Cartesio:
- se ci avesse creati non un dio buono e giusto, ma un essere diabolico, (un genio maligno)
- se questo genio maligno avesse posto in noi la convinzione della assoluta verità di proposizioni che invece sono false (un po come quando si convince un bambino molto piccolo di una qualche assurdità, lui ci crederà se siamo abbastanza abili)
- noi avremo la certezza che siano vere affermaizoni che in realtòà sono false.
E' chiaro che il ragionamento di Cartesio sembra assurdo, troppo tirato per i capelli, altamente improbabile e fantasioso. Ma si deve considerare che quello che Cartesio deve dimostrare è che le verità matematiche siano assolutamente certe, assolutamente certo significa che non deve esserci nessun motivo, nemmeno il più assurdo, che possa metterle in dubbio, certamente l'argomento del genio maligno è una ipotesi altamente improbabile, ma non assurda, infatti non è logicamente contraddittoria, improbabile ma possibile quindi.
Ma se è così, dobbiamo escludere dall'ambito della certezza e della verità anche tutte le veritò innate della matematica e della logica.
Quindi si troviamo a dover concludere che non esiste nessuna consocenza la cui verità sia assolutamente certa. Ma proprio da qui, come è noto, deriva la certezza
Dubito ergo sum
proprio il fatto di dubitare di tutto mi rivela una cosa su cui non possa dubitare
che esisto e sono sostanza pensante.
 
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ilyy
view post Posted on 31/1/2010, 18:08




fantastico!!!! ho trovato tutte le risposte alle mie domande :) grazieee
 
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iangida
view post Posted on 31/1/2010, 18:23




oh prego :)
merito di quei mostri dei miei alunni che ni fanno tante domande perchè non capiscono niente :)
 
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Mucca Pazza :D
view post Posted on 11/2/2010, 19:39




Scusi professore, non riesco a capire questa parte del libro
"D'altronde non solo le leggi, ma l'esistenza stessa della rex extensa, trova fondamento per cartesio nell'evidenza della nostra idea di spazio. Su questa base è ovvio che dal mondo della nostra esperienza possiamo assumere come oggettive solo le proprietà suscettibili di una trattazione geometris, mentre le restanti proprietà sono di natura puramente soggettiva"
Ho capito la distinzione fra le proprietà, ma non capisco il nesso con la prima frase..
 
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iangida
view post Posted on 11/2/2010, 20:15




non puoi pensare allo spazio senza pensare all'estensione, in un certo senso spazio ed estensione sono una sola cosa, quindi, se ciò che esiste deve e può esistere solo entro uno spazio, anzi, se esistere significa occupare uno spazio, è ovvio (evidente) che solo le proprietà spaziali sono costitutive dell'esistenza quindi le sole realmente oggettive e le proprietà spaziali sono quelle quantitative, misurabili e geometricamente definibili
 
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Mucca Pazza :D
view post Posted on 11/2/2010, 20:40




Grazie mille professore!! :)
 
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27 replies since 8/1/2009, 21:00   5202 views
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