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totalitarismo - teoria Arendt

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iangida
view post Posted on 13/3/2008, 12:35




argomento: definizione totalitarismo, Mussolini, nazismo, fascismo, stato totalitario, Hitler, comunismo, Stalin, Unione Sovietica, dittatura

definizione totalitarismo
Il termine di "Stato Totalitario" fu usato per la prima volta in Italia negli anni '20 per caratterizzare lo "stato fascista" in opposizione allo "stato liberale". Nell'Enciclopedia italiana (1932) Mussolini definì lo "ST" come un "partito unico che governa totalitariamente una nazione". Nella Germania nazista venne adoperata la denominazione di "Stato Autoritario". Dopo la seconda guerra mondiale l'espressione si affermò per indicare tutte le dittature monopartitiche (fasciste o comuniste). Sempre nel secondo dopoguerra vennero elaborate anche le più significative teorie sullo "ST", quella di Hannah Arendt ("Le origini del totalitarismo", 1951) e di Friedrich e Brzezinski (Dittatura totalitaria e autocrazia, 1956).

A - TEORIA DI ARENDT: Arendt muove dall'assunto che il totalitarismo costituisca una nuova forma di dittatura che, a differenza di quelle tradizionali, non mira solo ad esautorare l'individuo dalle proprie capacità politiche, ma a sopprimere e riformare a propria immagine le istituzioni che governano le relazioni private tra i cittadini. Da questo punto di vista il fine del T è la trasformazione della natura umana, tanto nelle sue componenti esteriori quanto in quelle interiori, in modo da controllare la "totalità" della vita sociale nei suoi molteplici aspetti. Per conseguire il suo progetto di dominio totale della società, il "T" si servirebbe di due strumenti:
1) l'ideologia totalitaria: costruzione di una visione del mondo, assunta come dotata di certezza assoluta e perciò non sottoponibile a critica, che reinterpreta la totalità degli eventi storici considerandoli come espressione una legge evolutiva necessaria della storia. Il "T" assume tale legge come proprio destino storico trovando in esso la propria legittimazione e il principio direttivo della propria azione. Tale ideologia si sottrae ad ogni verifica empirica e sostituisce un mondo costituito da miti e simboli al mondo reale.
2) il terrore totalitario: è il principale strumento utilizzato dallo "ST" per imporre e tradurre in pratica coattivamente la propria ideologia. Esso si scaglia sia contro "nemici reali" (gli oppositori del regime), sia contro "nemici fittizi" definiti di volta in volta a seconda delle esigenze e tendenze politiche del regime. Il terrore totale rende possibile irreggimentare e controllare la totalità delle masse popolari e costituisce l'essenza del "T".
Accanto a tali aspetti fondamentali il "T" sarebbe inoltre caratterizzato da altri due elementi:
3) organizzazione totalitaria: l'imposizione dell'ideologia e del terrore richiede la riorganizzazione dell'apparato statale che è dominato da un "partito unico". Principali strumenti di esso sono:
3.1) élite di partito: organizzazioni di partito e gruppi selezionati caratterizzati da una credenza fanatica nell'ideo¬logia totalitaria che tendono ad uniformare l'insieme delle attività sociali ad essa (sport, tempo libero, lavoro, scuola, ecc.);
3.2) polizia segreta: presiede alla costituzione di un sistema di spionaggio onnipresente che trasforma radicalmente la vita sociale, infatti, potendo chiunque essere informatore o sotto sorveglianza, si innesca un clima poliziesco di reciproco sospetto che avvelena l'intera società
Nonostante le apparenze, nei regimi totalitari non si determina una struttura monolitica del potere, vi è anzi sovrapposizione e confusione di funzioni, uffici e competenze tra le varie strutture gerarchiche che compongono il regime (partito, amministrazione statale, polizia segreta), ciò determina il carattere dinamico ed imprevedibile di tali tipi di regime e consente al "capo" di imporre la propria volontà assoluta giocando sulle rivalità tra le diverse gerarchie.
4) La figura del dittatore: è un altro aspetto tipico del "T", la sua volontà si impone come legge assoluta del partito che è il veicolo attraverso cui viene a realizzarsi. Il capo è anche depositario e massimo interprete dell'ideologia, che appare del tutto soggetta alla sua volontà. Secondo Arendt la "personalizzazione del pote¬re", che viene ad identificarsi nella figura e volontà del capo, è un altro aspetto costitutivo dello stato totalitario.

Edited by iangida - 8/3/2010, 17:58
 
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