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definizione empirismo

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iangida
view post Posted on 3/3/2009, 06:45




filosofia, definizione empirismo

Empirismo
1. Definizione empirismo: dicesi di tutte quelle concezioni gnoseologiche (teorie della conoscenza) che individuano il fondamento della conoscenza nell’esperienza sensibile spazio temporalmente determinata e conoscibile attraverso i sensi
1.1. Origini Termine: dal greco empeirìa = esperienza.
1.2. Utilizzazione: per indicare tutti quei filosofi, appartenenti a tempi e contesti culturali differenti, che hanno in comune una determinata concezione del conoscere. Limite di questo uso è l’ambiguità e genericità cui spesso si va incontro.
2. Caratteri generali empirismo: la concezione empiristica pone alla base della conoscenza due facoltà: la sensibilità, da cui derivano i dati del conoscere e l’intelletto, che combina questi dati in modo da ottenere conoscenze più complesse. Lo schema generale dell’empirismo può essere sintetizzato può essere riassunto nelle seguenti proposizioni:
2.1. Tabula Rasa: la mente umana non possiede alcuna conoscenza connaturata o innata, è priva di idee e/o conoscenze assolutamente veri ed evidenti e indipendenti dall’esperienza e a priori rispetto ad essa. È completamente vuota come una tabula rasa.
2.2. Sensibilità: tutte le conoscenze sono acquisite indirettamente o direttamente attraverso i sensi per mezzo dei quali i dati di senso vengono ad inscriversi nella mente. L’esperienza è quindi criterio di significanza e di verità del conoscere. La sensibilità è la facoltà conoscitiva che fornisce il materiale del conoscere, i singoli dati
2.3. Principio di Associazione: attraverso la combinazione dei singoli dati sensibili, l’intelletto forma le conoscenze più complesse. Dalla combinazione degli elementi semplici derivanti dai sensi, l’intelletto è capace di produrre le conoscenze più complesse che, quindi, derivano dai sensi, ma indirettamente, perché richiedono l’intervento dell’intelletto. L’operato dell’intelletto però si limita solo a combinare materiale preesistente, di per se esso non è infatti capace di produrre conoscenza.
2.4. Universali: non esistono e non sono oggettivi, non esiste nulla di universale nella realtà, ogni cosa esistente è individuale (esistono uomini non l’uomo), gli universali sono solo nomi utili perché consentono di classificare una molteplicità di oggetti sotto un unico segno.
2.5. Non esiste una realtà eterna, immutabile ed assoluta che trascende l’esperienza sensibile, teologia e metafisica vengono quindi respinte, come l’esistenza di valori assoluti. Tutto ciò che va oltre l’esperienza è inconoscibile.
2.6. Limiti sapere: occorre essere consapevoli dei limiti del sapere umano che non può mai pervenire ad una verità assoluta e definitiva, è necessaria quindi la tolleranza di tutte le concezioni diverse dalla propria.
2.7. Etica:si tende ad individuare il bene nell’utile personale o collettivo
 
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