Aula ueb

nanneddu meu testo e traduzione, una delle più belle poesie e canzoni sarde

« Older   Newer »
  Share  
anastasiabeaverhausen2011
view post Posted on 2/4/2011, 01:10 by: anastasiabeaverhausen2011




concordo con la treduzione di sinniese tranne che per alcune parti:

Nanneddu mio il mondo e' cosi',
rimani al sicuro e non tornare mai.
Siamo in tempi di tirannia,
infamita' e carestie...
ora i popoli sbadigliano come cani
gridando forte "vogliamo pane".
Siamo affamati, stiamo mangiando
pane e castagne, ghiande con terra.
Come il fango, si riduce il povero
senza alimento, senza ricovero.
Quelle 30 campagne
del vino buono mutano il colore;
appena finite quelle compagnie
non si vedranno piu' sbornie.
Siamo assetati alla fontana
cercando l'acqua sembriamo rane.
Avvocatelli, laureati,
tasche vuote e spiantati,
Addio Nanni, tieniti in conto,
fai il sordo, fingi di esser tonto;
tanto lo sai: il mondo e' cosi'
resta al sicuro non tornare mai.

Scusate questa traduzione è molto migliore....cmq ho sbagliato nella parte "resta al sicuro non tornare mai"...l'ho presa da un'altra traduzione ma non è giusta...questa per chi non conoscesce il significato è molto più appropriata...



"Giovannino mio, il mondo è cosi’, come era prima non tornera’ mai piu’. Siamo in tempi di tirannia, di infamia e di carestia. Ora, i "popoli" (le comunita’ , la gente) sbadigliano come cani, gridando forte"vogliamo pane". Affamati, noi, qui stiamo mangiando pane e castagne, e terra con ghiande-ghiande sporche di terra-. -"In una"- Terra che a fango riduce il povero, senza alimento, e senza un ricovero. Siamo assetati, nelle fontane, e ci accaniamo all’acqua..sembriamo delle rane. Peggio ancora è la fame, che forte bussa alla porta di tutti e non perdona. "Sos tristos corvos, a chie los lassas..pienos de tirrias e malas trassas?""Quei tristi corvi, a chi li lasci -non li consideri?-, pieni di odi e di cattive intenzioni?…*Ed è cosi’ che tutti … ci facciamo la guerra, per pochi giorni di vita in terra. *Cuddas banderas, numeru trinta, dae binu ‘onu mu’dan’a tinta. Appena mortas cuddas bamderas no piu’ s’osservan embreacheras..*… quelle bandiere-di osterie-, in numero di trenta, da vino buono si tramutano in inchiostro….appena morte quelle "bandiere"- osterie-, piu’ non si "osservano"..non si vivono, delle sbronze…* …*Addio, Giovannino, e tienine conto ( di cio’ che ti scrivo),"fai finta di non sentire, fingiti tonto. Tanto. lo vedi? il mondo è cosi’…come era prima non tornera’… mai".

Canaglia infame piena de braga
cheret s'iscetru, cheret sa daga.
Ma no bi torran a sos antigos
tempos d'infamia e de intrigos.
Pretan a Roma, mannu est s'ostaculu:
ferru est s'ispada, linna est su bacculu.
S'intulzu apostulu de su segnore
si finghet santu, ite impostore.


questa stroffa invece non si sente quasi mai :-(
 
Top
12 replies since 13/9/2008, 17:15   90659 views
  Share